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- updated 2024-01-16 -

Ciclo vitale di una colonia di calabroni

Fondazione della colonia da parte della regina


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L’ arrivo dei tepori d’Aprile segna l’emersione delle nuove regine, nate e accoppiatesi l’autunno precedente. Sono sopravvissute all’inverno rigido nascondendosi nella legna marcescente o nel suolo, col metabolismo rallentato al minimo. Il loro corpo produce glicerolo, che agisce da antigelo! Dopo il risveglio, il primo compito è quello di fare voli di perlustrazione per cercare siti idonei alla nidificazione e cibo sotto forma di linfa di albero e insetti.

Cavo d’albero naturale
natural  tree  cavity

Dal momento che le cavità naturali nei tronchi stanno diventando sempre più rare, i calabroni si stanno adattando a usare cavità artificiali come vecchi capannoni, dietro le pareti in assi di legno di terrazzi e balconi, solai, muri a secco e simili.

Nido di calabroni in un cassonetto delle tapparelle
Hornissennest  im  Rolladenkasten

Quando la regina ha trovato un posto adatto, costrusice prima un peduncolo (peziolo) dal quale il resto della costruzione sarà sospeso. Le prime celle sono costruite dall’interno verso l’esterno, e ben presto utilizzate per la deposizione di uova, uno per cella. Dopo circa cinque giorni una piccola larva (1-2mm) si forma, passando da cinque fasi di crescita nei successivi dodici/quattordici giorni.

Testa di larva
Kopf  einer  Hornissenlarve;  Foto:  Dr.  Elmar  Billig

Le larve sono mantenute nella cella da una secrezione collosa quando sono piccole, in seguito dal semplice attrito fra il loro corpo e le pareti della cella quando sono più grandi.

Quando una larva è completamente cresciuta, produce un sottile filo di seta da una speciale ghiandola, chiudendosi all’interno della cella. Così protetta, si tramuta in una pupa che compie una metamorfosi di circa tredici o quindici giorni.

Il giovane calabrone ora si apre un varco per uscire dalla sua cella. L’esemplare appena emerso, un’operaia, riposerà quasi immobile nella cella dalla quale è emersa.

die  Puppen  werden  von  den  Arbeiterinnen gew�rmt;  Foto:  Konrad  Schmidt

Questo comportamento ha la duplice funzione di permettere alla cuticola di indurirsi e di riscaldare le larve o pupe nelle celle adiacenti, per aiutarne lo sviluppo.

In questo modo, le operaie di Vespa crabro vexator sono capaci di aumentare la temperatura delle celle circostanti da 21� C a 31� C in 6 minuti.

Eine  Arbeiterin  w�rmt  die  Brut  im  neuen  Stockwerk;  Foto:  Dr.  Elmar  Billig

Il materiale da costruzione, contrariamente rispetto ad altri elementi come acqua, liquidi zuccherini o proteine, non viene diviso con altri esemplari dopo essere stato raccolto. L’operaia che l’a raccolto lo applica lei stessa al nido. Per cui, un esemplare appena emerso e che non è ancora uscito dal nido, non può ancora fare lavoro di costruzione.

Le operaie staranno nel nido per circa tre giorni prima di compiere il loro primo volo. A questo punto, un involucro cartaceo circonda le celle per proteggerle. Una cella può essere riutilizzata anche quattro volte.

Dopo che cinque o dieci operaie sono emerse, la regina inizia ad uscire dal nido sempre di meno, perché le operaie si stanno pian piano assumendo tutti i ruoli più pericolosi. Le operaie sono molto più piccole della regina, arrivando a circa 18-28 mm. Hanno anche vita più breve, vivendo solo tre o quattro settimane. Dopo un po’ di tempo, la regina cessa del tutto di abbandonare il nido e rimane legata ad esso, senza uscire mai più. Con la regina ora nascosta e protetta nel nido, il periodo più critico della vita della colonia è ora passato. La regina si focalizza ora esclusivamente nella deposizione di uova, compito che le rimarrà fino alla morte, a fine stagione.

Hornissen  beim  Ausbau  der  Anfangswaben

Regina di calabrone con le operaie (sue figlie) occupata a nutrire le larve e mantenere le prime celle del nido. La regina è ben distinguibile per le sue generose dimensioni.

Se pensi che sia grossa: in buona parte dell’Asia Orientale incluso il Giappone, Vespa mandarinia raggiunge anche il doppio di queste dimensioni!

Molte operaie devono essere prodotte affinché la colonia cresca. Esse lavorano senza sosta raccogliendo cibo, materiale da costruzione e acqua. I calabroni sono attivi anche di notte, se il clima è umido e senza vento!

I calabroni sono attratti da luci forti proprio come le falene, ciò li può disorientare. Per questo motivo, molto spesso sbattono contro le finestre spaventando le persone dentro. Spegnendo la luce per un po’, essi si orienteranno di nuovo e andranno per la loro strada. I calabroni sono capaci di volare con intensità luminosa di 0,01 Lux, livello a cui l’occhio umano è completamente cieco.

On giorni caldi d’estate, le operaie inumidiscono la superficie delle celle con acqua per abbassare la temperatura tramite raffreddamento evaporativo. Dopo aver completato il primo favo di celle, un altro peduncolo è costruito e ad esso aggiunto un nuovo piano. La costruzione avviene verso il basso dal primo favo, con progressiva aggiunta di nuove celle per ogni favo ed espansione dell’involucro.

Kinderstube  der  Hornissen

"Nursery" dei calabroni (ben visibili le larve e gli opercoli di seta che coprono le pupe)

Calabroni e altre vespe sociali utilizzano la carta (fibre estratte dal legno) per costruire i propri nidi. Nello specifico, i calabroni utilizzano legno marcescente come principale materiale da costruzione. Grattano via con le mandibole da pezzi di legno morto, come rami caduti o morti, steccati, pali del telefono e altre fonti. Mischiano il legno raccolto con la saliva, poi lo masticano per creare una palla di materiale soffice e umido. Dopo averlo portato al nido e masticato, il calabrone lo applica al nido e lo stende con le mandibole nella forma voluta. Dopo essersi seccato, un tipo di cartone secco e resistente si è formato.

Il disegno a strisce del nido è una caratterisrtica dei calabroni, le strisce sono di diversi colori perché corrispondono a diverse applicazioni e diversi tipi di legno.

Nestausbau  (Foto:  Dr.  Elmar  Billig)

La massa soffice usata come pasta di costruzione si asciuga molto velocemente in un materiale resistente. Pian piano, applicazione dopo applicazione, i favi vengono accresciuti tramite aggiunta di nuove celle e loro allungamento, e l’involucro viene modellato e rimodellato per accomodare lo sviluppo dei favi. .

La copertura del nido è di consistenza granulosa, ed è ricca di sacche d’aria che ricordano conchiglie, per via delle strisce di varie tonalità che ricordano il disegno del legno impiallacciato.

Le celle dei calabroni sono un vero prodigio della natura, il cui metodo di costruzione è stato tramandato geneticamente da una generazione all’altra per milioni di anni.


Alimentazione della covata e sviluppo finale del nido

Grosse colonie di calabroni possono cacciare migliaia di insetti al giorno!

Il calabrone è essenzialmente predatore di una vasta gamma di insetti.

Hornisse  beim  Zerlegen  einer  erbeuteten  Wildbiene;  Foto: Frank Hornig

I calabroni smembrano gli insetti catturati con le loro possenti mandibole, rimuovendo la testa, le zampe, le ali e l’addome. Solo il torace, con i suoi proteici muscoli alari, è trasportato al nido sotto forma di piccole polpette per nutrire le larve.

Le larve sono nutrite dagli adulti con questa poltiglia di insetti catturati e masticati.

Abgabe  eines Futtertr�pfchens an  eine Arbeiterin;  Foto Dr.  Elmar  Billig

Durante periodi di maltempo, le larve possono nutrire le operaie con una soluzione zuccherina.

Le larve rappresentano una scorta di cibo vivente, da cui dipende l’alimentazione della colonia (come il miele nelle api). Questo scambio di cibo fra individui è chiamato "trofallassi".

Quando le larve sono affamate, sono in grado di grattare con le mandibole le pareti della loro cella e produrre un rumore ben udibile.

"Ringeln"  einer  Hornisse,;  Aufnahme  von Baumsaft;  Foto:  Dr.  Elmar  Billig

La regina ha bisogno di molte proteine per sviluppare gli ovari e produrre uova. Le operaie inveve vanno avanti principalmente con carboidrati, ottenuti dalla saliva delle larve o da linfa d’albero, specialmente di quercia o di frassino.

In aggiunta, raccolgono in tarda stagione anche il succo di vari frutti maturi: mele, pere, uva, prugne. I calabroni possono cercare risorse anche fino a un km e mezzo dal proprio nido.

Hornisse  (engl.:  hornet)  am  Fallobst

Calabrone che si nutre di frutta, i tre occhi semplici, o "Ocelli", sono ben visibili disposti a triangolo sul capo. Varie forme cromatiche di calabrone sono presenti in Europa. Quello in foto, con una "V" rossa sul torace, è la forma “germana” presente in Italia.

Vespa  crabro  crabro (Nominatform),  Foto:  Dr. Elar  Billig Un’altra forma, "Vespa crabro crabro" abita l’Europa centro-settentrionale e orientale.

A differenza di alcune vespe, i calabroni non assaltano le aree picnic in estate in cerca di cibo. Per cui non c’è pericolo di essere punti alla gola da un calabrone mentre si mangia fuori!

In assenza di cavità naturali, le regine di calabrone a volte fondano il proprio nido in cassette per uccelli, anche se questi raramente offrono abbastanza spazio per lo sviluppo completo della colonia. Entro l’inizio dell’estate, quando la colonia conta 25-30 operaie ed è distribuita su 3-4 favi, spesso queste cassette sono già piene. Per cui l’unica possibilità è di costruire fuori dalla cassetta o trasferirsi in una cavità più ampia. Nell’ultimo caso, le operaie folano in cerca di siti idonei nell’area circostante. Se hanno successo, alcune di esse si trasferiranno con la regina per stabilire un nido secondario.

Questo processo è chiamato "rilocazione".

Le operaie volano avanti e indietro fra il nido vecchio e quello nuovo, prendendosi cura di entrambi. La covata nel vecchio nido viene curata fino all’età adulta, mentre la costruzione del nuovo è in atto. Alla fine, tutti gli esemplari si trasferiscono nella nuova sistemazione e il vecchio nido viene abbandonato. Come esattamente siano i calabroni capaci di segnalare ai propri simili l’esatta ubicazione del nuovo nido rimane ancora un mistero, ma probabilmente sono coinvolti segnali chimici.

Hornissen  im  Vogelnistkasten;  Foto:  Dieter Kosmeier Hornissen  im  Vogelnistkasten;  Foto:  Dieter  Kosmeier Filiale  im  Vogelnistkasten;  Foto:  Dieter Kosmeier Filiale  im  Vogelnistkasten;  Foto:  Dieter  Kosmeier

Quando è ormai metà agosto o metà settembre, la colonia raggiunge il suo picco di sviluppo, arrivando a 300-700 esemplari in un nido alto anche 60 centimetri. La regina depone ora uova che daranno vita a maschi e nuove regine.


Accoppiamento delle nuove regine e ibernazione

Altk�nigin;  Foto:  Robert  Ripberger

La comparsa dei primi sessuati (maschi e regine) indica il declino della colonia. Le operaie gradualmente trascurano la vecchia regina, che alla fine abbandona il nido per poi morire.

Le operaie sono ora impegnate a nutrire i sessuati con zuccheri e proteine. Questo permette alle nuove regine di accumulare le riserve necessarie per affrontare l’ibernazione.

Drohn  (M�nnchen)  einer  Hornisse;  Foto Dr.  Elmar Billig

I sessuati non prendono parte alla manutenzione della colonia, stanno semplicemente fermi sul favo a nutrirsi. In questo stadio, le larve non ancora mature non hanno più modo di svilupparsi correttamente perché trascurate, dunque perdono peso e alla fine cadono dalle celle o vengono buttate via.

Nelle belle giornate d’autunno, i sessuati sciamano all’esterno per accoppiarsi.

Si incontrano attorno agli alberi o nei paraggi del nido. Dopo l’accoppiamento, i maschi muoiono velocemente.

Le regine inseminate cercano ora un posto tranquillo per ibernarsi. Con una vita così corta, le ultime operaie muoiono in Novembre, e con esse l’ultima attività del nido.

Nidi vecchi non sono mai riutilizzati l’anno successivo. Molte giovani regine non superano l’inverno, cadendo vittima di attacchi fungini o di predatori insettivori.

 


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